Cenni storici
Sono purtroppo poche le notizie certe riguardanti questo edificio che recentemente è stato riportato al suo antico splendore e che possano fornire punti di appoggio a un tentativo di ricostruzione della sua storia.
Il nome deriva probabilmente da Giuseppe Stella, il quale, ottenuto il titolo comitale dal papa bolognese Benedetto XIV Lambertini alla metà del Settecento, acquistò la villa in questione e la villa di Belpoggio in via Siepelunga a Bologna.
Da ciò si deduce che la villa, alla metà del XVIII° secolo, doveva necessariamente essere già stata edificata. Ma le sue origini sono verosimilmente più antiche, probabilmente cinquecentesche, così come notano Cuppini e Matteucci nel loro saggio sulle ville del bolognese.
L’antico edificio, non più esistente, fu trasformato nei secoli successivi, probabilmente nel tardo Settecento.
Il recupero dei progetti originali assume un’importanza rilevante, non soltanto per la storia di Palazzo Stella, ma anche per la ricostruzione di quel “clima” culturale, a cui già si è fatto cenno, che dovette crearsi nella zona compresa tra Calcara e Crespellano nel tardo Settecento grazie alla presenza di architetti quali Antonio Venturoli e Carlo Bianconi, che aggiornarono l’architettura locale sui modelli di quella palladiana.
Anche Palazzo Stella, con l’eleganza delle sue linee sobrie e l’equilibrio dei suoi volumi, può essere ricondotto a questa congiuntura, così come più marcatamente testimonia il singolare loggiato sul lato Nord, con archi a tutto sesto ai lati e architravato al centro.
Internamente la villa organizza gli spazi attorno a due logge passanti sovrapposte, che smistano gli accessi negli ambienti laterali.
Sia le logge che numerose stanze presentano soffitti a volta dipinti con eleganti motivi floreali, pizzi, cammei e pietre preziose, alternati a gradevoli scene campestri, allegoriche e nature morte, riconducibili al XIX° secolo.
Il soffitto di un ambiente al pianterreno, decorato da motivi “alla pompeiana”, particolarmente in auge nel clima tardo settecentesco ancora suggestionato dalla scoperta di Ercolano, Pompei e Stabia, è stato ricondotto all’entourage del pittore Antonio Basoli.
La villa nel corso dell’Ottocento passò alla famiglia Masetti, mentre attualmente è proprietà della famiglia Fochi-Barbiroli, che ne ha promosso l’accurato restauro e, insieme al Comitato di Palazzo Stella, la trasformazione in prestigioso centro di promozione culturale e “museo in progress”, attivo nell’organizzazione di mostre ed eventi.
L’edificio è inserito nel podere circostante e in un parco romantico, che vanta la presenza di pregiate specie arboree, molte delle quali plurisecolari.
Nel parco, oltre alla settecentesca cappella dedicata a Sant’Anna, si trovano i locali di servizio, tra cui la scuderia, ancora dotata degli arredi originari, la suggestiva lavanderia, in perfetto stato di conservazione, così come lo sono la bellissima ghiacciaia a volta e le fagianiere.