Cenni storici a cura di Fabio Bertusi
E’ l’unica villa settecentesca calcarese giunta agli attuali proprietari esclusivamente per via ereditaria ed è anche l’unica, di cui è stato finora possibile seguire le proposte progettuali sulla base dei disegni originali dell’autore, tanto più interessanti in quanto comprensivi anche di suggerimenti per la sistemazione del terreno attorno ad essa.
“Li 28 dicembre 1777. Pianta, Facciata, Spaccati della grandiosa Fabbrica che ora si costruisce di nuovo nel comune di Calcara, di ragione del Sig. Don Gaetano Muratori; in seguito feci il disegno del Camerone per custodire le piante degli agrumi in tempo d’inverno”.
Così scrive Angelo Venturoli nel “Catalogo cronologico da lui stesso tenuto di tutte le sue operazioni”, lasciando trasparire l’entusiasmo per questo incarico, uno dei primi lavori che gli venivano affidati. Il committente è senza dubbio spinto da una certa ambizione dal momento che vuole una “fabbrica grandiosa”, ma, come par di capire, paragonando i progetti originali alla realizzazione, senza inutili sfarzosità e soprattutto dotata di quanto poteva renderla confortevole e funzionale tanto da soddisfare anche il suo senso pratico. In questo modo il progetto definitivo prende forma attraverso il confronto fra la fantasia del giovane architetto, la situazione di fatto sul terreno, dove già si trovano tre edifici staccati e disposti a ferro di cavallo, e la prudenza amministrativa del proprietario, che solo per completare l’ala padronale imporrà di distribuire i lavori necessari nell’arco di un ventennio: qui gli ultimi dipinti di Pietro Fancelli sembra, infatti, siano stati eseguiti nel 1797. Quanto al resto e cioè alle operazioni per rendere l’ala dei servizi esternamente omogenea all’ala padronale e a quelle per il rifacimento del corpo centrale della villa in modo da saldarlo ai due laterali si dovette andar oltre il primo decennio dell’Ottocento.