Cenni storici
Anche in questo caso, come in diversi altri nel nostro territorio, la storia locale si mescola alle vicende di una delle più illustri famiglie bolognesi: quella dei Marescotti.
I suoi membri furono tra i primi ad ottenere la dignità senatoria da papa Paolo II nel 1466 e Galeazzo Marescotti fu il primo senatore a vita.
Proprio Galeazzo, nel 1458, fece costruire il suo palazzo nella zona cosiddetta del Confortino, così come attesta il contratto conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna, in cui appare che il Marescotti affidò l’incarico a un costruttore originario di Mandello, sul lago di Como.
La cronologia sarebbe confermata, se ancora ce ne fosse bisogno, dall’elegante loggiato interno, i cui capitelli recano gli stemmi dei Bentivoglio e dei Marescotti.
Prima che a Galeazzo, la proprietà in questione appartenne infatti ai Bentivoglio, da cui lo stemma, che a loro volta erano succeduti ai Ghisilieri, gli originari proprietari, dopo la loro cacciata da Bologna per avere ordito un complotto ai danni degli stessi Bentivoglio.
Da questi ultimi la proprietà passò ai Marescotti che, attraverso Galeazzo, come si è visto, promossero la costruzione del palazzo a metà del Quattrocento.
Dietro il palazzo si trova la colombaia, bella struttura a torre, aperta sulla sommità da due ordini di logge sovrapposte, cronologicamente ricondotta alla metà del XVII° secolo, ma con probabilità anteriore.
L’area su cui si trovano i due edifici è tradizionalmente chiamata “Confortino” dal nome di Confortino Conforti, che possedette diversi terreni nella zona. In realtà, come si è visto, l’area su cui sorgono il palazzo e la colombaia era anticamente di proprietà dei Ghisilieri e la storia dei due edifici è totalmente a sé rispetto a quella degli altri di cui si dirà.
Dal suo testamento e dai codicilli (1294) si evince che Conforti alla sua morte, avvenuta sul finire del Duecento, dispose che su una porzione delle proprietà che possedeva nella zona fosse costruita una chiesa dedicata a San Francesco.
Pochi anni dopo, all’inizio del Trecento, il figlio dispose a sua volta nel suo stesso testamento che fosse costruito anche un convento, comprensivo di tutti i locali necessari alla vita della comunità dei frati.
A questa fase, compresa tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo successivo, si colloca verosimilmente la costruzione della bella chiesa romanica dedicata a san Francesco e dell’adiacente struttura conventuale, modificata nel corso dei secoli.
Risulta non confermata da documenti la notizia secondo la quale il palazzo sarebbe stato luogo di residenza estiva dei frati.
Esso rimase proprietà di un ramo della famiglia Marescotti fino al tardo Settecento.
Attualmente, insieme alla colombaia, è proprietà Righini.